Woods Rudy
Nazione: Stati Uniti d'America
 
 

Nell’estate del 1985 non ci fu bisogno di nottate trascorse a fare telefonate intercontinentali a Richard Percudani. Si andò sul sicuro. L’uomo da affiancare a Joe Bryant al posto di Dan Gay era Rudy Woods: 2.10, inutile dire quale fosse il colore della pelle. A Napoli aveva fatto sfracelli insieme all’ex reatino Lee Johnson: insieme garantivano complessivamente una venticinquina di rimbalzi più 6-7 stoppate a gara. Storico un incontro in cui Woods e Johnson distribuirono ben 20 stoppate non facendo avvicinare nessuno al canestro. Rudy era molto intelligente e dotato di ottima tecnica ma anche molto difficile da gestire. Aveva i numeri per essere un altro Sojourner, il quale però sapeva amministrarsi assai meglio sia dentro il campo che, soprattutto, fuori. Così non fu per Woods.
Una volta il giovane Tolotti prestò a Rudy la sua FIAT Ritmo nuova di zecca, comprata con i sudati risparmi del basket, e se la vide restituire completamente accartocciata fuori strada dopo una curva. Ed altre ancora ne sarebbero accadute durante la stagione.
Mentre Bryant dava mille e una soddisfazioni a Rieti, Woods restava sempre un problema. Il buon Rudy non smaltiva l’alcool come sapeva fare Zio Willie e, soprattutto, aveva un carattere scorbutico. Né sopportava le critiche. In un’occasione solo il plexiglas dietro la panchina dell’Ippodromi d'Italia aveva evitato lo scontro tra lui e un tifoso dopo una sua insufficiente prestazione. Ma il match era nell’aria. Infatti, dopo una brutta sconfitta a Perugia, scoppiò una lite nello spogliatoio e il capitano, Gianfranco Sanesi, fece un occhio nero a Woods. Ovviamente Padella non tornò a Rieti con l’autobus della squadra.
Il taglio di Rudy sembrava ormai inevitabile ma poi, vuoi per problemi di budget, vuoi per scarsa disponibilità del mercato, il pivot restò fino al termine della stagione.
Viste le modeste disponibilità economiche Rudy Woods fu confermato la stagione successiva, malgrado i problemi disciplinari del campionato precedente.
Purtroppo, dopo otto partite, la Corsa Tris era ancora a zero punti. Perché? Malgrado viaggiasse a 20 punti di media, Woods si pestava i piedi con Lemone Lampley che ne faceva 24 ma aveva le stesse caratteristiche tecniche e un miglior tiro da fuori area.
Ad un certo punto, e non era un fatto positivo, anche Rudy si era messo in testa di tirare dai 6.25, soprattutto perché così si prendevano meno colpi sotto canestro e si assorbivano meglio i postumi dei i bagordi a cui non sapeva proprio rinunciare. Senza contare che le percentuali del tiro da tre di Woods erano scarsissime. Insomma un problema in più per il coach Giancarlo Asteo che, dopo l’ennesima sconfitta, tentò di rimproverare il pivot: «’A Rudy, e tu nun poi annà a tirà dda tre perché poi a rimbarzo chi cce và? Pedretti?».
Al che Woods cercò di difendersi: «Coach, io ala».
«Si, dde pollo!» ribatté Asteo.
Purtroppo, a parte questi simpatici siparietti Rudy era sempre più incostante, lunatico, imprevedibile, indisciplinato, ingestibile e nelle sue visite nello storico club Il Covo, di via Alemanni, oggi chiuso, beveva sempre troppa sambuca.
Si decise allora per il taglio di Woods, operazione che all’epoca era ammessa solo per motivi medici. Per questo Di Fazi fece un salto in infermeria a parlare con Pasqualino Berton.
«Pasqualì, come facemo co’ ‘istu? Se non ce lu leàmu ‘dda tornu non ce potèmo sarvà».
«E come facémo?» replicò il massaggiatore.
«’Ngèssalu!» suggerì il Gm.
Ma Berton era titubante: «Italo, Rudy non ce tè còsa».
«’Ngéssalu, mannaggia la matìna! ‘Ngessalu!» ordinò categorico Di Fazi.
Siccome Woods soffriva per un’infiammazione a un tendine di achille, Berton gli disse di venire la mattina dopo in ospedale perché doveva ingessarlo, altrimenti la caviglia non sarebbe mai guarita. Woods capì di che cosa si trattava e, fatte due chiacchiere col procuratore di Rudy, si arrivò a una transazione. Woods fu portato al reparto di ortopedia dell’ospedale dove il buon Pasqualino gli fece un bel gesso alla caviglia più malandata. Il referto medico da spedire a Bologna in Lega era già pronto. Si poteva procedere al taglio. Al suo posto arrivò Michael Payne.

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