Rinaldi Otello
Nazione: Italia
Reatino: Si
 

Dopo l’addio di Renato Milardi, Otello Rinaldi subentrò al presidente ad interim Alido Tozzi, assumendo la guida della Sebastiani nel 1983. Il nuovo presidente era un giovane imprenditore, già da tempo nel direttivo della società. Ex pilota sportivo automobilistico, nonchè grande appassionato e conoscitore di basket, la cui prima decisione fu quella di richiamare dall’esilio Italo Di Fazi nel ruolo di general manager.
Occorre subito fare una precisazione, al giorno d’oggi si è abituati a vedere pubbliche amministrazioni e ed enti vari sovvenzionare più o meno consistentemente le squadre di basket. Le cose però non funzionavano così negli anni ’70 e, in pratica, fino alla fine degli anni ‘90. Dunque, così come fece in precedenza Milardi, anche Otello Rinaldi dovette gestire la società con le risorse disponibili all’epoca: i proventi dei cartellini dei giocatori, gli incassi delle partite, la pubblicità e gli abbinamenti. Ma anche quest’ultimo capitolo è sempre stato un problema complicato per Rieti, che non ha mai avuto un grande fascino, tanto da indurre marchi importanti a legarsi alla Sebastiani. Problema reso ancora più complicato perché non c’era più un Milardi che, grazie al suo ruolo chiave nel campo delle partecipazioni statali e dell’Efim, aveva portato a Rieti abbinamenenti di qualità anche se, pure durante la sua presidenza, non furono sempre rose e fiori: basti pensare ai miseri 70 milioni dell’Althea del 1977-78 o all’imprevedibile fallimento dell’Arrigoni, che produsse un grave danno economico alla Sebastiani, indennizzata con una settantina di milioni derivati dalla vendita di uno stock residuo di scatolame (confetture, pelati e frutta in lattina varia).
Le cose non andarono meglio dopo il cambio della guardia alla presidenza della Sebastiani: infatti, nel 1983-84, lo sponsor Fonti di Cottorella pagò solo una quindicina di milioni per tute, maglie e borse della prima squadra. L’anno successivo l’American Eagle portò in dote un’ottantina di milioni. Le cose parvero andare meglio nel 1985-86, quando Gaetano Papalia procurò lo sponsor Ippodromi d’Italia. Sfortunatamente, nel frattempo il deficit di gestione degli anni precedenti era salito a circa un miliardo, che fu ripianato dal direttivo cedendo a Reggio Calabria il cartellino di Gustavo Tolotti e Joe Bryant quasi per il medesimo importo permettendo a tutti iconsiglieri della Sebastiani di tornare a dormire sonni tranquillì, dopo tante notti insonni, inducendoli ad uscire dal basket per consentire a Rinaldi di rilevare per intero la società.
Nel 1986-87 lo sponsor Corsa Tris fu in parte insolvente perché molte agenzie ippiche, che avrebbero dovuto versare una quota in base al gettito delle entrate, non onorarono puntualmente l’impegno per cui, dopo un operazione legale di recupero, soltanto un paio di anni dopo fu rastrellata meno della metà della somma promessa.
In mezzo a tutte queste vicissitudini finaziarie, Otello Rinaldi mantenne la Sebastiani dignitosamente in A2. Successivamente, nel 1987/88, grazie all’interessamento  presidente della Lega di serie A, Gianni De Michelis, fu reperito lo sponsor Dentigomma, non ricchissimo ma meglio di niente. Purtroppo la stagione si chiuse con la retrocessione sancita, il 22 Aprile 1988 a Rimini, dal famigerato canestro a fil di sirena segnato da Maurizio Ferro. Fu una vera mazzata, e non solo dal punto di vista sportivo, perché per il successivo quinquennio, De Michelis aveva sottoscritto con la RAI un contratto miliardario di esclusiva, l’ultimo della storia del basket italiano, che avrebbe portato nelle casse di tutte le società un’elevata quota parte che, pure per la Sebastiani, sarebbe stata una vera iniezione di energia.
Assorbito il colpo, per il 1988-89 Rinaldi allestì una squadra che tornasse rapidamente in A2 affidando la Sebastiani, senza sponsor, a Elio Pentassuglia che, putroppo, morì dopo due giornate di campionato in un tragico incidente d’auto. Chissà come sarebbe andata se fosse rimasto in vita?
Al termine della stagione si dovettero fare, letteralmente, i conti con lo sforzo prodotto, senza abbinamento e senza aver ottenuto la promozione, seppur con l’ampia attenuante della perdita di Pentassuglia. La squadra dell’anno seguente fu dunque fatta in economia e, colmo della sfortuna, ci fu da registrare un altro flop perchè l’abbinamento con l’Air Capitol di Maurizio Ciarrapico non si rivelò pari alle premesse iniziali.
Una volta scesa in B2, dal 1989 in poi, ad ogni stagione il presidente Rinaldi allestì una Sebastiani da promozione che andò regolarmente in finale nel 1991, nel 1992 e nel 1993, riuscendo a risalire in B1 in quest'ultima stagione. Nonostante fosse stato firmato l’abbinamento con l’Emmezeta negli ultimi due campionati, l’effetto degli sforzi economici prodotti in 4 stagioni consecutive per tornare in B1, si fecero sentire pesantemente per cui, nel 1994, una volta riportata la Sebastiani in B1, dopo aver retto da solo le sorti della società dal 1986 in poi, Otello Rinaldi lasciò la presidenza.

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IL PALAZZETTO DELLO SPORT DI PIAZZALE LEONI 1
OTELLO RINALDI E NICO MESSINA
RITORNO IN B1
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