La Minervini Basket

La Minervini, nata in memoria del provveditore agli studi Luigi Minervini, che fu uno dei promotori della costruzione dell’attuale PalaCordoni, nacque nel 1974 per iniziativa di Aldo Alvisini, temporaneamente fuoriuscito dalla Sebastiani, e di Gianni Cavoli. Alvisini ritornò poi alla Sebastiani nel 1978.

La società si distinse sia nel settore giovanile sia con la prima squadra, che fu inizialmente iscritta al campionato di promozione. Tra le punte di diamante c’erano Paolo Roversi (detto Palletta), Renato Dalla Libera (detto Renatino) e Stefano Passarani. Roversi, guardia, insieme al playmaker Renato Dalla Libera, dalla fine degli anni ’60 in poi, dettero vita a una ottima coppia di cui Renatino era la mente e Palletta il braccio armato: buon tiratore ma, soprattutto, fulmineo contropiedista.

Oltre che nella Minervini, Roversi e Dalla Libera militarono anche nella Snia in serie C nel 1969/70. Dalla Libera per un po’ di anni è stato anche un valido allenatore delle giovanili.

Nel 1976/77 Gianfranco Sanesi fu inspiegabilmente mandato da Elio Pentassuglia a fare esperienza alla Minervini in serie D. L’anno dopo la stessa sorte toccò a Luca Blasetti, che fu uno dei trascinatori alla promozione in serie C, quando ancora non esisteva la B2. L’allenatore era Gianni Cavoli che ricorda: “La partita decisiva fu quella con Todi che si apstettava da noi una difesa a uomo, pressing che praticavamo spesso.

Invece optai per una inaspettata zona 1-3-1 allungata che pressava il playmaker sin dal primo passaggio che li disorinetò completamente. Fu una bella sodisfazione”.

Anche Piero Torda militò nella Minervini, le cui stagioni migliori risalgono ai tempi in cui Nando Vicari procurò alla società lo sponsor col nome della propria azienda.

“Nel 1980 – ricorda Cavoli – Vicari era molto ambizioso e così gli suggerii di ingaggiare Phil Melillo che poteva giocare solo in serie C, in attesa di acquisire la naturalizzazione. Phil abitava a Roma in un palazzo sterminato, con decine di appartamenti e ingressi e quando arrivammo non sapevamo come trovare il campanello giusto. Mentre ci aggiravamo un po’ disorientati per fortuna Melillo uscì imporvvisamente da un ascensore.

Ricordò che Vicari voleva convincerlo a tutti i costi a firmare per noi e allora, per darsi un tono, gli disse: ‘Si ricordi Melillo che se qualcuno le offre un caffè, io le offrirò sempre un caffè più lo zucchero!’. Alla fine si convinse e disputammo un bel campionato ma non ottenemmo la promozione. Meglio così, perché l’anno dopo Vicari preferì alleggerirsi del pesante contratto di Phil e la B sarebbe stata troppo onerosa per noi”.

Per buona parte degli anni ’80 la Minervini continuò a partecipare alla serie C, guidata in panchina anche da Bruno Alvisini e poi da Giampaolo Puglielli. Ottime anche le partecipazioni ai campionati giovanili culminate con il 3° posto alle finali nazionali del 1984 a Viterbo. Tra i giocatori di quella formazione c’erano Luna, Pitoni, Campanelli, Angeletti, Faraglia, Matteucci, Carini, Melchiorri. L’allenatore era Franco Cerafogli.

Non è facile elencare tutti i buoni giocatori usciti dalla MInervini. Sicuri di dimenticarne qualcuno, sono da citare Alberto e Marco Patacchiola, Sergio Vio, Lionello Matteucci, Alessandro Cavoli, Zeno Proietti, Claudio Lelli, Gino Santoprete, Gianfranco Festuccia, Angelo Terracciano, Ottavio Giovannelli, Maurizio Serilli, Arnadlo De Juliis e altri ancora.

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