Campionati
 
1939 / 1940

Uno dei primi luoghi dove si giocò a pallacanestro a Rieti fu il campo situato al Molino della Salce, nell'area adiacente a quella dove si svolgeva anche la monta taurina per cui in certe occasioni, durante le partite, era possibile assistere a un vero e proprio spettacolo nello spettacolo.

Di seguito, alcuni brani di un articolo di Ajmone Milli, tratto da libro Atletica a Rieti, che rievoca i tempi del campo del Molino della Salce.

C’era la  carbonella: una specie di tartan d’epoca che sprizzava faville di sporco: commisto al sudore creava una specie di glutine nerastro che puntinava soprattutto le gambe. Sotto la carbonella, per realizzare il massino di elasticità, c’erano le fascine: compatte e dense. Dicevano fosse il massino della tecnlogia di allora: ci credevamo.
Lo sporco del glutine veniva poi lavato nei vasconi dove venivano ad abbeverasi i cavalli di Panicone, proprio lì davanti.
Il campo sportivo era questo e sorgeva sulla sinistra dell’attuale via Molino della Salce. Infatti così si chiamava. Proprio sotto la strada, dalla parte delle pedane del disco e dei salti con l’asta e il lungo, c’erano due baracche di legno: in una abitavano i custodi Gino e marisa, perugini: litigavano smpre e dicevano sempre di no. Ci serve il disco, no; il giavellotto, no; il pallone, no; questo o quello, no. E bestemmiavano. Soprattutto lei. L’altra baracca fungeva da spogliaotio e c’era anche una doccia ad acqua inesistente.
Le baracche erano una parte del Lazzaretto che un temo sorgeva più o meno nell’attuale area tra i viali dei Flavi e della Gioventù.
Il campo aveva una pista di 240 metri. Di fronte al rettifilo dei 100 metri c’erano le tribune: una struttura in legno “cadi e non cadi”. Durante le gare dei Ludi Juveniles ed i saggi ginnici, lì si mettevano le autorità della città “alta”.
Il resto ai bordi del campo.dietro la rete. O nel margine di sinistra della strada. Sulla destra delle tribune c’erala pedana per il salto in altro e proprio dirimpetto, sul lato opposto, c’era quella per la palla di ferro. Proprio di fronte alle tribune il campo per la pallacanestro.
Che anni erano? I '30 e dipoi. Infatti, dopo la guerra i custodi furono altri: Vera Giansanti ddé issi ddé Fischjttu. Lo sport reatino si svolgeva lì, in quel tempi del sudore, carbinella tribune traballanti, ovazioni giovanili. Ne esisteva un altro di tempio: il campo per il calcio della Supertessile (in viale Fassini ndr.)…. In quanto a igiene postludica, al Molino della Salce ci doveva lavare nei vasconi di Panicone, tra un’abbeverata e l’altra dei cavalli…. Gli atleti di quei tempi erano, come dire? Polidirezionali, nel senso che ciascuno faceva tutto e quanto era necessario dovesse fare ad majorem gloria Dei. C’era in ciascuno una specie di fiamma interiore che bruciava ogni dubbio, ogni scrupolo di possibilità: ognuno doveva al contempo essere molti, atleticamente parlando. Una sorta di pirandellismo dei muscoli. In tale “passepartout” che ciascuno rappresentava, il più tutto di tutti è stato senz’altro Crecré, all’anagrafe conosciuto come Mario Esposti di Porta d’Arci. Crecré studente alle Magistrali, faceva il lungo, l’alto, il triplo, il centravanti nella Supertessile (serie C nel ’38), giocava a pallacanestro. E se c’era da copirre qualche altra specialità non è che si tirasse indietro…. All’epoca lo sport era sì competizione ma soprattutto svagata allegria. La tuta? Qualcuno. Soltanto qualcuno. Una l’aveva Aldo Faraglia (futuro segretario della Sebasiani ndr.), studente al Commerciale, duecentista, salto in alto e pallacanestro. E e scarpette con i chiodi? Un sogno, Un paio le aveva Angelino Tomassetti, magistrali ottocentista. Poi le vendette a me per 6 lire. I Sebastiani avevano tutto: Mario, mezzofondista, e Richittu (ufficio leva e studiava da maestro: lungo, asta e 3000): tuta, scarpette con punte, ginocchiere, cavigliere. “E io còsa” diceva Ennio Bellini, saltatore nel lungo e nel triplo, detto “La Jozza”…. Il Molino della Salce le uitime apparizioni le fece per far allenare gli atleti reatini i quali, negli anni ’50 inoltrati, parteciparono alla aquilana Coppa del Gran Sasso, che partirono con la littorina…. Al Molino della Salce, dove millenni fa c’era il campo di atletica e di pallacanestro, oggi ci sono casamenti condominiali e della carbonella non c’è più traccia, così come dei vasconi “igienici”di Panicone: tutto polverizzato dalle stagioni del tempo. Giusto o non giusto, è così.

Photo Gallery
Attendi il completamento del caricamento della pagina prima di cliccare.
Clicca sulla foto per ingrandirla o sulla didascalia per visualizzare i dettagli.
CAMPO DEL MOLINO DELLA SALCE
Video Gallery
Attendi il completamento del caricamento della pagina prima di cliccare.
Clicca sull'immagine per visionare il video o sulla didascalia per visualizzare i dettagli.
Non sono presenti video correlati.
Web Design
Basket Rieti - Storia del basket reatino, foto, immagini, video, campionati, allenatori, giocatori, presidenti, Willie Sojourner, classifiche, statistiche, abbinamenti della storia del basket Rieti. Web partner: siti web, matrimonio. Powered by NDesign Web Agency.