Campionati
 
1986 / 1987

Fallita la promozione vennero tirate le somme della stagione appena conclusa: il bilancio, dopo almeno tre stagioni in passivo, registrava un rosso di circa un miliardo e 200 milioni costituiti da due scoperti interamente garantiti in banca, il più consistente presso la Popolare di Sovvenzione, dalle firme dei membri del direttivo che dormivano sonni poco tranquilli. La situazione era pesantissima: gli istituti premevano per il rientro dei capitali anticipati. La società era con l’acqua alla gola, i consiglieri più facoltosi, e quindi più esposti, premevano per risolvere il problema. Da qui discussioni e riunioni a non finire.
Alcuni consiglieri furono avvicinati da incaricati della Mens Sana Siena sentendosi offrire, per la rinuncia alla Serie A2 una somma cospicua ed un ottimo sponsor per la B1. In quel modo i senesi sarebbero stati ripescati.
Si arrivò quasi a compiere il tristo baratto ma il presidente Rinaldi, fino a quel momento senza firma di garanzia in banca, nel corso di un’accesa assemblea svoltasi nella sede sociale in via Pennina (che successivamente ospiterà la Tv privata RTR) si dichiarò disposto in un paio di mesi a rilevare in toto la società sportiva e calò un asso che con le regole odierne, dopo l’abolizione del cartellino e l’avvento del professionismo, non sarebbe più giocabile.
Reggio Calabria offriva più di 800 milioni per il cartellino di Tolotti e altri 200 per i diritti su Joe Bryant. Dopo vari tentennamenti il consiglio accettò. Nella successiva assemblea del 28 settembre, esibendo alcuni assegni che garantivano la cancellazione dei debiti, Rinaldi ottenne il totale controllo della società.
Italo Di Fazi, afflitto da qualche problema di salute, diede ancora il suo apporto un po’ a corrente alternata, ma meditava il ritiro.
Gaetano Papalia garantì un altro anno di sponsorizzazione con un nuovo marchio proveniente sempre dall’ippica: la Corsa Tris. Si poteva partire per una nuova avventura, ma in estrema economia.
Purtroppo Giancarlo Asteo, confermatissimo, sapeva che la sua malattia si stava nuovamente manifestando ma l’ambiente della palestra lo aiutava a dimenticare le grandi sofferenze.
Sul fronte italiani, Olivieri dopo tanti anni se ne andò a raccogliere un po’ di gloria in serie C1 a Terni mentre Luca Colantoni fu ceduto in prestito in a Montecatini dove sarebbe stato uno dei protagonisti della promozione in A2. Battistelli, il killer di Siena, andò anch’egli a Terni.
Con capitan Sanesi restò Scarnati. Pedretti e Stefano Colantoni ritornarono dai prestiti. Si rivide anche Piero Torda, dopo alcune stagioni disputate tra serie A2 e B con Brindisi, Banco Roma allenato da Nello Paratore, Roseto e altrove. Cafarelli aveva terminata la riabilitazione al ginocchio operato e chiedeva un’altra chance.
Le novità erano i due promettenti lunghi romani Claudio Brunetti e Riccardo Esposito, il profilo di quest’ultimo è nelle sezioni Personaggi e Giocatori, giunti in prestito dalla Stella Azzurra grazie ai buoni uffici di Asteo. Completavano a turno la panchina i giovani reatini Sergio Giovannelli, Fabio Orlandi e Roberto Cicciotti, I cui profili sono nelle sezioni Personaggi e Giocatori.
Confermato Rudy Woods, malgrado i problemi disciplinari della stagione precedente, mancava ancora il secondo straniero. Quell’anno per la prima volta la ricerca fu più laboriosa che mai. Chissà perché i rapporti col preziosissimo Richard Percudani si erano ridotti e trovare il nuovo straniero diventò un affare complesso.
Furono testati e scartati per i più disparati motivi, principalmente economici, alcuni buoni giocatori come Cozell Mc Queen che, dopo aver militato brevemente nell’NBA, giocò prima a Napoli e poi a Milano, con cui perse la finale scudetto del ’91 contro Caserta.
Toccò quindi a Joe Binion, vero e proprio oggetto del desiderio di Asteo, che, dopo il solito passaggio nell’NBA, giocò alla grandissima a Livorno, Pistoia, Reggio Emilia per poi vincere lo scudetto del ’95 con la Virtus Buckler Bologna.
Napoleon Johnson fu invece una vera bufala: avete mai visto un atleta di colore che non salta? Inoltre era anche un tipo abbastanza strano e non si fece alcun problema ad aprire la porta totalmente nudo a chi bussò alla sua camera d’albergo per comunicargli la notizia del taglio. Meglio perderlo.
Venne anche inseguita la pista NBA di Scooter Mc Cray, fratello dell’ancor più forte Rodney, ma non se ne fece nulla.
Le settimane passavano, la prima di campionato si avvicinava ma il nuovo straniero non era ancora stato scelto. Alla fine arrivò il filiforme Lemone Lampley, I cui profili sono nelle sezioni Personaggi e Giocatori.
Il tecnico romano non era convinto dell’assortimento con Woods ma ormai c’era poco tempo a disposizione. Ci sarebbe stato da sudare con una formazione così imbottita di giovani.
Un altro piccolo segno che le cose erano in qualche modo cambiate: tanto erano state splendide le mogli di Meely, Kiffin, Zeno e Bryant così era assai poco affascinante e bassa la fidanzata di Lampley, il quale però ne era gelosissimo, al punto di chiuderla a chiave in casa quando la squadra partiva in trasferta!
Le cose andarono subito male: Woods era un problema e fu tagliato dopo 8 sconfitte. Al suo posto arrivò Michael Payne, iI cui profilò è nelle sezioni Personaggi e Giocatori, che esordì alla 9^ di andata a Rieti contro Mestre, segnò 10 punti ma fu ancora una sconfitta (73-84) nonostante Lampley ne avesse messi a segno 21. Però, col nuovo assetto senza Woods, Esposito trovò subito più spazio segnando 14 punti. Era la nona sconfitta consecutiva.
Per la decima partita era di turno a Rieti la Benetton Treviso che voleva andare dritta in serie A1. Partita drammatica. La Corsa Tris era all’ultima spiaggia e vendette cara la pelle. L’arbitraggio non era dei migliori. Il pubblico si scaldò. Lampley (30) duellò alla grande con Audie Norris. Payne resse bene contro il pelato Ken Perry. Sanesi (25) e Scarnati (15) giocarono alla pari con Gracis e Jacopini. Si andò al supplementare.
Entrambe le squadre erano falcidiate dai falli. Il tifo era alle stelle anche perché negli ultimi tre minuti Rieti, a causa dei falli, fu costretta a giocare con Sanesi, Lampley, Torda, Giovannelli, e Ciccotti contro Minto, Perry, Gracis, Jacopini e Vazzoler. Nel finale venne buttato in campo anche Orlandi.
Proprio sull’ultima azione di gioco, con la Corsa Tris in vantaggio 89-87, il simpatico Fabietto (1.82) stava marcando Jacopini (2.00) che si liberò di lui con una gomitata. L’arbitro ovviamente punì il più giovane e inesperto Orlandi che, un po’ per il dolore e un po’ perché quel fallo avrebbe potuto dare il pareggio a Treviso, trattenne a stento le lacrime. Ma Jacopini, dopo aver segnato il primo libero a disposizione, sbagliò il secondo e contro ogni logica fu la Corsa Tris a vincere questa sfida impossibile 89-88.
Il dopo partita fu concitatissimo: un tifoso reatino purtroppo riuscì a colpire un arbitro per cui il Palaloniano sarebbe stato sicuramente squalificato. I trevigiani erano furiosi, si lamentavano con gli arbitri accusandoli di essersi fatti intimidire nelle battute finali della gara e non ci stavano a perdere. Jacopini, era fuori di sé per il tiro libero fallito e prendeva a calci tutto quello che trovava alla sua portata. Qualcuno però zittì immediatamente i trevigiani invitandoli a recitare il mea culpa facendo notare che avevano perso contro una squadra di ragazzini. Nello spogliatoio Asteo andò prima di tutto a consolare Orlandi che su quell’azione su Jacopini aveva solo scontato il noviziato. Intanto la Corsa Tris aveva rotto il ghiaccio. Si poteva sperare.
La squadra ricominciò a vincere, infilando una serie di 3 successi su 5 partite, culminati con l’ultimo, a Reggio Calabria, dopo il quale le condizioni di Giancarlo Asteo si aggravarono costringendolo ad abbandonare.
Lo sostituì prima Luigi Simeoni per 4 gare, vincendo 1 e perdendone 3, anche se la sconfitta a Pescara dipese da un errore degli ufficiali di campo che attribuirono un canestro di Stefano Colantoni alla squadra locale. Successivamente fu richiamato Nico Messina e la Corsa Tris riprese a vincere e a recuperare posizioni.
Fu drammatica la partita a Trieste diretta contendente per la salvezza. A 40 secondi dalla fine la Corsa Tris era avanti di 7 punti. I friulani grazie al pressing rimontarono e sull’ultima azione decisiva Lampley, invece di passare la palla a Sanesi, si mise a palleggiare perdendola, ovviamente, regalando a Trieste il canestro in contropiede del pareggio. Tre compagni di squadra a stento riuscirono a trattenere Sanesi che voleva saltare addosso al lungo americano per punire il banale errore commesso.
Padella era furioso: nel supplementare alla prima palla Gianfranco, per rabbia e per puro dispetto, sparò subito una tripla da 9 metri che ovviamente non toccò neanche il ferro, ma poi si calmò. E con lui tutta la Corsa Tris che prese in mano la situazione.
A questo punto si scaldarono i tifosi triestini che cominciarono a lanciare in campo di tutto. Sanesi provò anche a mimare una caduta in seguito al lancio di una moneta ma l’arbitro intervenne prontamente: «Sanesi, ho visto tutto, non ci provi neanche». In ogni caso Rieti vinse 86-87 (Esposito 20, Scarnati, Sanesi e Payne 17, Lampley 16) ottenendo un successo preziosissimo.
L’ultima avversaria a Rieti era la Viola Reggio Calabria degli ex Bryant e Tolotti, involontari salvatori dei destini economici della società. Per la Corsa Tris era di vitale importanza vincere. In una delle prime azioni Tolotti ricevette palla sotto canestro e piazzò una poderosa schiacciata. I suoi ex compagni di squadra subito lo rimproverarono: «Gustavo che fai? Ma che, sei matto?». E Tolotti: «Scusate ero lì, non ci ho pensato».
Invece Joe Bryant, giocò male, era irriconoscibile, sbagliava anche le cose più facili per lui, passaggi in tribuna, infrazioni, non segnava neanche i tiri liberi. Sarà stato per l’emozione di essere tornato a Rieti? Ma ad ogni errore Jelly Bean sorrideva, salutava e mandava baci al pubblico. Alla fine l’uomo da 35 punti a serata non ne racimolò neanche una diecina. Sull’altro fronte Lampley ne segnò 25 spalleggiato da Scarnati (21) e Sanesi (17).
La Corsa Tris vinse 84-79 ed era salva. Terminata la partita ci fu una pacifica invasione di campo per celebrare la salvezza appena ottenuta ma gli ultras di Rieti invece di festeggiare i propri beniamini portarono in trionfo Joe Bryant.
Dopo il cambio Woods-Payne, dall’impresa con la Benetton in poi la Corsa Tris aveva vinto 12 partite su 21, di cui 6 in trasferta. Una media da playoff. Un’impresa che in primo luogo aveva la paternità di Giancarlo Asteo e che, purtroppo, hanno dovuto condurre a termine, ma più che egregiamente, prima Simeoni e poi Messina.
Pur essendo stato un campionato soffertissimo il finale di stagione aveva esaltato i tifosi i quali in cuor loro speravano che le cose potessero andare meglio l’anno prossimo. Non sapevano ancora cosa li aspettava.
Quell’anno segnò l’addio alla Sebastiani e al basket da parte di Italo Di Fazi. La coabitazione con il presidente Rinaldi era diventata difficile per lui, abituato in realtà a decidere sempre e solo sulla base del suo straordinario intuito, e d’altro canto Rinaldi, che rischiava in proprio, essendo l’unico garante finanziario della squadra e della società, voleva dar corpo ad idee nuove e diverse.

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1986/87 LA SQUADRA
ALESSANDRO CAVOLI ALLA FORTITUDO BOLOGNA
IL CORAGGIO DI GIANCARLO ASTEO
LEMONE LAMPLEY
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