Campionati
 
1985 / 1986

La società si rese conto che intorno a uno come Bryant occorreva costruire una squadra più competitiva anche per richiamare l’attenzione di un potenziale sponsor. Tra l’altro del denaro fresco era appena entrato in cassa grazie alla cessione di Dan Gay a Cantù. Da quell’anno infatti i diritti sui giocatori stranieri si potevano cedere per l’importo di 50 milioni. Inoltre Rieti deteneva ancora i diritti per l’Italia su Wayne Sappleton, di ritorno dai New Jersey Nets, che furono ceduti alla neopromossa Pallacanestro Livorno. Certo non si trattava di grandi somme ma si cercò di sfruttarle al meglio.
Italo Di Fazi aveva deciso di rinunciare a Messina a favore di un tecnico meno tollerante, più all’avanguardia e capace di gestire meglio l’estro di Joe Bryant.
Alla fine la scelta cadde su Giancarlo Asteo, il cui profilo è nelle sezioni Personaggi e Allenatori.
Il sostituto di Gay, invece, fu Rudy Woods, il cui profilo è nelle sezioni Personaggi e Giocatori Stranieri.
Inoltre, si affacciò in prima squadra Gustavo Tolotti, il cui profilo è nelle sezioni Personaggi e Giocatori.
Infine, Asteo fece venire in prestito dal Banco di Roma un suo pupillo: la promettente ala piccola Paolo Scarnati. Da Vigevano fu prelevato Walter Cafarelli, play-guardia dalle gambe esplosive, calabrese residente in Lombardia. Infine da Teramo arrivò Maurizio Battistelli, ala di 2 metri che sembrava promettente. Dunque Asteo aveva a disposizione una panchina abbastanza lunga e affidabile.
Ma non basta perché la AMG Sebastiani trovò anche lo sponsor Ippodromi d’Italia, procurato da Gaetano Papalia.
Il campionato, grazie anche alle montagne di canestri segnate da Bryant, fece passare in secondo piano le follie di Woods, in più Scarnati stava crescendo mentre Sanesi stava disputando una stagione più che ragguardevole. Infatti, oltre a essere uno dei migliori realizzatori da 3, introdotto dalla FIBA dalla stagione precedente, Padella era tra i primi anche nelle graduatorie degli assist e delle palle recuperate. A tale proposito c’è da raccontare una storia.
Molti, infatti, sostenevano che Padella e altri giocatori dell’Ippodromi d’Italia fossero aiutati dagli scout della Lega di serie A, ovviamente reatini, i quali venivano accusati di essere di manica larga nella compilazione di determinate voci che poi calavano drasticamente quando Rieti, giocando in trasferta, veniva sottoposta allo scouting di rilevatori non caserecci. Partì così una vera e propria campagna stampa contro i cosiddetti assist alla reatina, manco fossero stati una specialità gastronomica.
Ma Tony Barbante e Dario Giachin, i due simpatici reprobi, si sono sempre difesi dicendo di aver applicato alla lettera i dettami del servizio statistico della Lega, con sede a Bologna, secondo il criterio statunitense e che, casomai, erano gli altri rilevatori ad essere troppo stitici nell’annotare assist e recuperi, forse anche per bilanciare le gesta di Sanesi e soci quando giocavano al Palaloniano. Insomma, tra eventuali generosità e possibili compensazioni, alla fine, fatta un leggera tara, Padella e compagnia erano comunque in grado di realizzare certi record. Purtroppo, il discorso da fare era un altro: magari fossero stati solo quelli i problemi per Rieti.
Nel girone di ritorno la Sebastiani accusò qualche battuta a vuoto. Qualcuno azzardò che non ci fosse la volontà da parte della società di affrontare l’A1 anche perché, nelle due precedenti stagioni, dalle sponsorizzazioni erano entrati in cassa si e no 150 milioni mentre gli incassi del Palaloniano erano assai calati sin dai tempi della Binava, e malgrado Joe Bryant desse spettacolo ogni domenica. Si era infatti creato un grosso disavanzo che avrebbe impedito una serena partecipazione alla A1 per cui nessuno voleva affrontare un’altra stagione tipo Binova.
In precedenza la società aveva tenuto una conferenza stampa, nella sala del Circolo di Lettura del teatro Flavio Vespasiano, per dare disponibilità all’ingresso di nuovi soci, ma dopo un mese non era arrivato alcun segnale positivo. Arrivavano solo chiacchiere per cui l’s.o.s. lanciato dalla società restò lettera morta.
Di quella stagione è da ricordare la gara interna con Siena, sponsorizzata Mister Day che, dopo aver fallito la promozione l’anno prima, aveva allestito una formazione deficitaria. Durante il campionato Jim Johnstone si era rivelato scadente mentre Curtis Berry si era infortunato dopo solo quattro partite. Siena aveva tentato di rimediare prendendo il navigato C.J. Kupec, ex campione d’Italia col Billy Milano, che però era ormai alla frutta. Fu tentata anche la carta dell’esonero sostituendo coach Carlo Rinaldi a favore di Bruno Arrigoni. Niente da fare: la Mens Sana Siena, il vecchio Sapori promosso in serie A nel 1973 insieme alla Brina, era con un piede nella fossa. Mancava solo l’ultima spintarella. E gliela diede proprio Rieti.
La partita fu combattutissima. Testa a testa. A pochi secondi dal termine il punteggio era in parità (98-98). Palla all’Ippodromi. Raddoppi su Bryant. Sanesi e Scarnati erano stati francobollati. Woods, una delle sue giornate storte, era fuori per falli ed era appena entrato in campo Maurizio Battistelli, da Teramo. Ma chi pensava a quest’ultimo? Forse non era un giocatore da serie A, ma nessuno dei senesi sapeva che Maurizio aveva una mano assai morbida. Battistelli ricevette palla schiena a canestro in angolo a tre metri di distanza. La marcatura non era molto stretta. Si avvitò in aria, tirò e fece canestro. Siena era matematicamente in serie B. Un particolare: Bryant aveva segnato appena 54 punti.
Nelle successive 4 partite, l’Ippodromi d’Italia perse un paio di treni importanti per erstare in corsa per la promozione. Nella passerella finale a Rieti, contro una Libertas Livorno promossa già da qualche giornata, Rieti prevalse 114-99 con i soliti 57 punti di Bryant che ormai non meravigliavano più nessuno. Fecero più piacere i 21 punti di Scarnati. Per la cronaca Joe Bryant fu il capocannoniere dell’A2 con 37.6 punti a partita. Lo avrebbe superato solo Oscar nel 1990/91 con 43.7 e nel 1992/93 con 39.3. Inoltre, con la maglia di Rieti, Bryant aveva partecipato a due All Star Game, il secondo diretto da Giancarlo Asteo, risultando entrambe le volte l’MVP della partita.
Inoltre l’Ippodromi d’Italia aveva vinto la Coppa Disciplina 1986: l’onta della sciagurata stagione della Binova 1982/83 era stata ormai cancellata.
Consolazioni che si sommarono a quella di non avere almeno sofferto, come negli ultimi 3 campionati, in fondo alla classifica. L’opinione della tifoseria, sempre molto importante, era confusa. Alcuni si chiedevano se la società avesse spinto con determinazione sulla strada della promozione, mentre altri, più realistici si domandavano se sarebbe mai capitata di nuovo un’occasione del genere.

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