Campionati
 
1984 / 1985

Per la seconda stagione in A2 i problemi erano più o meno quelli dell’anno precedente. Bisognava trovare uno sponsor e non c’erano i soldi per fare mercato. E’ vero, l’allenatore, Messina, già c’era ma per la prima volta dopo anni bisognava scegliere entrambi gli stranieri mentre in passato almeno uno veniva sempre confermato. Ma andiamo con ordine.
Ribadito che non c’era lo sponsor, per fare entrare un po’ di soldi in cassa fu ceduto Ferro a Rimini non immaginando che quell’operazione sarebbe costata carissima a Rieti qualche anno dopo.
La notizia clamorosa, invece, fu il ritiro dal basket di Luca Blasetti, che decise di prendere da frate francescano.
La prima novità fu l’ingaggìo di Phil Melillo, Il cui profilo è nelle sezioni Personaggi e Giocatori.
Ma i veri grandi colpi sarebbero stati gli ingaggi di Dan Gay, prima, e di Joe Bryant, dopo. Il profilo di entrambi sono nelle sezioni Personaggi e Giocatori.
Infine, nessuno avrebbe mai immaginato che il personaggio più importante di tutti in assoluto sarebbe stato un bambino di 7 anni: il figlio di Bryant, Kobe, Il cui profilo è nelle sezioni Personaggi e Giocatori.
Ancora una volta, con soli 4 giocatori che avevano un peso realmente effettivo e costante (Sanesi, Melillo, Gay e Bryant) la Sebastiani, che aveva anche trovato lo sponsor American Eagle, a salvarsi usando ogni tipo di espediente. Come in occasione di un’infuocata partita contro Venezia.
A un certo punto i lagunari erano avanti di 9 punti e sembravano irraggiungibili. Improvvisamente Di Fazi, seduto al tavolo degli ufficiali di campo in qualità di accompagnatore, iniziò a gesticolare e ad urlare: «Fermi tutti!».
Cos’era successo? Semplicemente era saltata la corrente che alimentava il tabellone elettronico segnapunti ed il cronometro. Si cercò di riparare il guasto. Lino, il custode del Palaloniano, che aveva già capito l’antifona, finse di armeggiare col quadro dei comandi elettrici. Qualcun’altro finse una telefonata all’elettricista che, essendo domenica, ovviamente «non c’era». Intanto i minuti passavano, i veneziani si raffreddavano mentre Rieti riprendeva fiato. Quando gli arbitri stavano per decidere di passare a punteggio e cronometraggio manuali con le famigerate palette, Di Fazi fece un cenno a Attilio Pasquetti, altro partecipante alla sceneggiata, il quale sapeva cosa fare poiché il cronometro era stato realizzato su suo incarico dalla Texas Instruments. Attilio smanettò un po’ e poi, approfittando di un attimo di distrazione, rimise in sede la spina del tabellone elettronico sotto il tavolo della giuria, che era stata staccata una diecina di minuti prima dallo stesso Di Fazi. La corrente ritornò miracolosamente. Finalmente si tornò a giocare, ma la trance agonistica di Venezia era ormai esaurita. Rieti rimontò e vinse.

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"JELLY BEAN"
"MASSIMONE" E K.C. JONES
"MASTRO LINDO"
"SKY" KING
1984/85 LA SQUADRA
5 ANNI
DAN GAY
E LA CREMERIA?
FIGURINA
IL SECONDO UOMO VENUTO DAL BELGIO
JOE BRYANT
JOE BRYANT NON SAPEVA SOLO TIRARE
LO STEMMA DEI KANSAS CITY OMAHA KINGS
LO STEMMA DELLA AMG SEBASTIANI BASKET
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